[Gv 16,13: «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future»]

Lo Spirito della verità parla. Questo oggi ha rivelato Gesù. Quando? Dove? E soprattutto come si può avere una relazione, una comunicazione, con lo Spirito Santo? La risposta è una sola: nella preghiera. Lo Spirito Santo “parla” ricordando le Sacre Scritture, le “vivifica” permettendoci di intravvedere in esse una risonanza con la nostra vita, fornendo intuizioni e significati nuovi alla nostra storia personale. Dona tridimensionalità alle interpretazioni piatte dei fatti che ci riguardano e che riguardano gli altri, accende una luce laddove il buio ci impediva di muoverci senza inciampare. Apre strade nel deserto, rompe gli argini del nostro povero intelletto, consola lasciandosi gustare dal cuore affranto, impaurito dalla furia del demonio e dalla propria debolezza. Ma se non dedichiamo tempo alla preghiera; se non invochiamo questo Amico, Alleato, Maestro interiore; se sterilizziamo la nostra orazione con formule e solipsismi verbali pretenziosi e inutili; se preferiamo il peccato alla virtù; se cediamo all’odio, al livore e al rancore; se non confidiamo in Dio ma confidiamo nell’uomo, allora lo Spirito Santo si rattrista, si spegne e, anche se parla, non può essere ascoltato. Lo Spirito Santo Creatore desidera parlare alla Sua creatura, che è l’uomo, che è la donna. Ma l’uomo e la donna devono ricordarsi di essere soprattutto creature spirituali e non solo carnali! Gesù ha lavato i piedi ai suoi apostoli. Mosè ha tolto i suoi calzari davanti al Roveto ardente. Perché? Perché la parte dell’essere umano che tocca la terra si sporca, deve essere lavata. Dio è Puro, “è nei cieli”. Per entrare veramente in preghiera bisogna perciò staccarsi dalla terra della nostra carne per elevarsi nel cielo del nostro spirito, perché il nostro spirito è il “luogo” dove si fa esperienza di Dio. Questa pulizia è il “silenzio”, che non riguarda l’assenza di suoni acustici, quanto la necessità di allontanare i pensieri e le emozioni che distraggono dall’incontro col Signore. Alcuni entrano in preghiera nel silenzio della natura, altri hanno bisogno del frastuono dei canti. Non è importante la via che si percorre, ma la destinazione da raggiungere: Dio. Per questo esistono spiritualità diverse. La nostra carne continuamente ci fa guerra per sopprimere il desiderio che abbiamo di Dio, la fame e la sete del Signore! La nostra carne continuamente ci lega alla terra! È talmente debole che Dio Stesso si è dovuto incarnare e si dà in cibo a noi per permetterci di vivere una vita nuova nello spirito e rinascere dall’Alto. Lo Spirito della verità, presente in noi dal giorno del Battesimo, ci permette dunque di adorare il Padre in spirito e verità.
Possa Maria Santissima insegnarci ad essere casti nello spirito!
Santa Domenica adoratori, Dio ci benedica e la Vergine ci protegga!