[Lc 10,29: _Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?»_]

Nel brano evangelico di oggi leggiamo che un dottore della legge pone una domanda apparentemente innocua a Gesù: “chi è il mio prossimo?”. L’aspetto interessante sta nell’intenzione di giustificarsi che l’evangelista Luca non manca di sottolineare. Perché vuole giustificarsi questo dottore della legge? Si giustifica chi viene criticato o chi si sente messo in discussione. E perché mai aver detto l’ovvio per un giudeo, ovvero che l’essenza della legge è amare Dio e amare il prossimo, dovrebbe costituire un’accusa da cui difendersi? Ecco questo è il punto interessante: perché Gesù con i fatti, e non solo con le parole, dimostrava di vivere la legge ebraica in modo radicale. Perciò, chiedendo a Gesù “chi è il mio prossimo?” il dottore della legge intendeva giustificarsi, come a dire: “si, la legge ordina di amare Dio e questo è giusto, comprensibile; ma per quanto riguarda il prossimo? Dobbiamo amare proprio tutti? Anche i romani oppressori? Anche i samaritani traditori? Anche i nemici? Non è possibile amare tutti! Non ordina forse la legge di non mischiarsi con le nazioni straniere?”. Sottotesto: “non posso amare tutti evidentemente ed è anche giusto così. Lo dice la Torah”. Consideriamo fratelli e sorelle quante volte tendiamo a giustificarci con Dio, come questo dottore della legge. Chi non ha sentito nelle nostre comunità frasi tipo “E mica sono santo io”, “la carne è carne”, “non ho tempo per pregare”, ecc… Ebbene, Gesù è Dio. Sfuggiva questo “particolare” al dottore della legge e probabilmente sfugge anche a noi. Non è la Torah, è il Padrone della Torah. È venuto a portare a compimento la legge, cioè a renderla vivibile per ogni uomo. Perché il suo Autore ha scelto l’uomo come Tempio. Dio vive nei cuori di chi Lo accoglie. Per questo ci ha ordinato di amare tutti. Cioè di essere come Lui. Di non fare compromessi con l’amore. Amare anche le persone che non ci piacciono, anche chi detestiamo con ottime ragioni. Chi è tempio dello Spirito Santo può farlo. Chi è con Cristo, per Cristo ed in Cristo può e deve farlo. Noi non possiamo amare tutti con la miseria del nostro amore, ma possiamo amare tutti con la ricchezza dell’Amore di Dio, “che è stato riversato nei nostri cuori”. Anche Pietro cercò di giustificarsi quando chiese se fosse abbastanza perdonare sette volte un fratello. E anche in quell’occasione Gesù rispose che occorre perdonare sempre.
Senza fede nell’incommensurabile enormità di essere “una cosa sola” con il Figlio di Dio non possiamo comprendere queste parole del vangelo. Una cosa sola! Con Gesù! Quali vette di stupore e ammirazione dovremmo toccare al pensiero della magnificenza di questa Comunione… Se ci lamentiamo, se ci sembra “troppo” quello che ci sta capitando, se leghiamo il nostro cuore ai beni della terra significa che dobbiamo ancora convertirci veramente fratelli. Non abbiamo capito chi siamo noi e Chi è Gesù.
Chiediamo l’intercessione di Maria Santissima perché sia Cristo a giustificarci -cioè a farci giusti-! Egli è l’autore ed il perfezionatore della fede. Se ci ha ordinato qualcosa che sembra irrealizzabile secondo il nostro giudizio, sforziamoci di morire a noi stessi, soffocando le nostre paure ed il nostro orgoglio. E seguiamoLo ad ogni costo. Dio non sbaglia mai e “fa bene ogni cosa”. Dunque chi si fida di Gesù e delle Sue Parole non sarà mai deluso. Anche se il prezzo da pagare per diventare dei “giusti” è andare a morire sulla croce.
Buona Domenica Adoratori, Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.