Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla (Sal 22,1)

“Non mi manca niente!”… La frase dei santi, delle persone serene, di quelle risolte. Noi abbiamo il Signore Gesù, il Bene più grande, Dio. Eppure ecco la tentazione dell’inquietudine, della bramosia. Fu proprio questa la leva utilizzata dal serpente per la perversione di Adamo ed Eva… “Potete mangiare i frutti di tutt gli alberi, tranne uno… vi manca qualcosa…”. A lui manca di essere Dio, ed è una deficienza incolmabile. Ma anche l’inquietudine che ci spinge a faticare per beni effimeri è frutto del veleno della vipera. Quanto impegno mettiamo per raggiungere obbiettivi di polvere… Invece la Sapienza eterna insegna che:

“Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno” (Sal 26,1-2)

Ecco, il Signore costruisce la casa, Lui è il Pastore e le Sue pecore riconoscono la Sua Voce dolcissima. Se abbiamo Dio, cosa ci manca davvero? Non abbiamo forse tutto? Ringraziamo Dio perchè ci ha dato tutto e cantiamo con il Re Davide:

“Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda” (Sal 16,5-6)

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