LA MEDAGLIA MIRACOLOSA: opera di Maria donataci dal Cielo, espressione dell’amore di Maria per noi, segno della presenza di Maria nella nostra vita

Nell’apparizione del 27 novembre 1830, la Vergine disse a Santa Caterina Labouré:
«Fa coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia».
La Vergine le disse che quella medaglia sarebbe stata un segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie per tutti coloro che avrebbero confidato in essa. Santa Caterina Labouré raccontò che nell’apparizione i piedi di Maria poggiavano su un mezzo globo, che simboleggiava il globo terrestre, e schiacciavano la testa a un serpente verdastro chiazzato di giallo. Le mani della Vergine erano ornate di anelli tempestati di pietre preziose che proiettavano raggi di luce di diversa intensità e colore verso il basso. La Madonna spiegò a Caterina che quei raggi erano: «Il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me lo domandano».

La Medaglia Miracolosa non può essere separata dalla preghiera, anzi la suggerisce e ne ricorda la necessità per ottenere le grazie che la Vergine ha promesso a tutti coloro che si rivolgono a Lei con fiducia.

Una preghiera particolarmente cara a Maria, molto raccomandata da Santa Caterina Labouré, è quella del Santo Rosario. Alle consorelle che le chiedevano di dire ancora una parola sulla Madonna, prima di morire, suor Caterina disse semplicemente: “Raccomandate soprattutto che si reciti bene il Santo Rosario”. P. Gasnier scrive che gli anelli portati dalla Vergine sono il segno dei misteri del Rosario: «Un modo tanto eloquente per dire che la preghiera da rivolgerLe, la Sua preghiera, è il Rosario. Più di ogni altra preghiera, il Rosario fa scaturire dalle sue mani torrenti di grazie sulle nostre anime». E nelle altre apparizioni la Madonna è ritornata sull’importanza della recita del Santo Rosario con sempre più grande precisione e insistenza: si pensi a Fatima e a Medjugorie.

Tra le conversioni più importanti relative alla Medaglia Miracolosa c’è quella dell’ebreo Alphonse Marie Ratisbonne (1814-1884) che durante un soggiorno a Roma respinse convintamente l’invito di un amico a convertirsi al cattolicesimo affermando che era nato ebreo e sarebbe morto ebreo. Lo stesso amico gli chiese di portare al collo la Medaglia Miracolosa e nonostante l’iniziale netto rifiuto, alla fine Ratisbonne accettò di indossarla e di recitare, o almeno di trascrivere il «Memorare, o piissima Virgo Maria», l’antica preghiera mariana attribuita a San Bernardo. Il 20 gennaio del 1842 andò a visitare la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte e alzando gli occhi verso un altare vide la Vergine Maria così come è rappresentata nella Medaglia Miracolosa fatta coniare da Santa Caterina Labouré. La Vergine Maria non gli disse nulla, ma Ratisbonne capì tutto e divenne cristiano.

Scrisse Ratisbonne: «La chiesa di Sant’Andrea è piccola, povera, deserta; credo di essere stato solo; nessun oggetto d’arte attirava la mia attenzione: giravo gli occhi macchinalmente intorno a me, senza fermare alcun pensiero; mi ricordo solamente di un cane nero che saltava e balzava avanti i miei passi. Presto questo cane sparì, tutta la chiesa sparì, non vedevo più niente o piuttosto, oh mio Dio, io vidi una sola cosa!» [Lettre à Dufriche Desgenettes, p. 71].

E ancora: «Ero da poco tempo nella chiesa, quando tutto ad un tratto mi sentii preso da un’agitazione inesprimibile. Levo gli occhi, tutto l’edificio è sparito a’ miei sguardi; una sola cappella restava, per così dire, investita totalmente di luce, e in mezzo di questo splendore comparve in piedi, sopra l’altare, grande, brillante, piena di maestà e di dolcezza la Vergine Maria, tale e quale era sulla medaglia; una forza irresistibile mi ha attratto verso quella. La Vergine mi ha accennato d’inginocchiarmi; è sembrato che mi dica: Bene così! Ella non mi ha parlato, ma io ho inteso tutto» [Conversione miracolosa alla fede cattolica di Alfonso Maria Ratisbonne, Roma 1877, p. 105].

E aggiunse: «Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo. Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell’abisso le miserie estreme dalle quali ero stato tratto ad opera di una misericordia infinita. Rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità ed ero stupefatto, intenerito, schiacciato dalla ammirazione e dalla riconoscenza».

Ratisbonne redasse una memoria di quanto aveva visto e la depositò al vicariato di Roma. Il cardinale vicario Costantino Patrizi raccolse questa e altre testimonianze e il 3 giugno 1842 emise il decreto in cui si affermava l’autenticità dell’apparizione della Vergine Maria nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Dopo la conversione, Ratisbonne fu ordinato sacerdote nel 1848; fu prima gesuita, poi membro della congregazione dei sacerdoti di Nostra Signora di Sion.

L’apparizione di S. Andrea delle Fratte, oltre a cambiare la vita a Ratisbonne contribuì alla diffusione e al culto della devozione verso la Madonna della Medaglia Miracolosa da parte dei Padri Minimi di San Francesco di Paola i quali, ritenendo un privilegio che la Vergine fosse apparsa in una chiesa a loro affidata, contribuirono alla diffusione del culto e stabilirono di celebrare il 20 gennaio di ogni anno la festa della Beata Vergine Immacolata con il titolo di ‘Madonna del Miracolo’ in tutte le sedi dei Minimi.
Nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte – Santuario Madonna del Miracolo, il 27 di ogni mese si tiene la cosiddetta Ora di Guardia con il Rosario della Conversione che prevede la recita di tutti i Misteri del Rosario, la Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa e la S. Messa (www.madonnadelmiracolo.it).